Rinnovabili, Graded scommette sull’idrogeno verde: due progetti pilota a Castel Volturno e a Dubai
Due impianti pilota per la produzione di idrogeno verde da sviluppare all’interno di altrettanti progetti di ricerca: uno avviato in Campania a Castel Volturno, in collaborazione con il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’altro a Dubai insieme ai ricercatori della Sharjah University.
Graded, società napoletana del settore energetico guidata da Vito Grassi, raccoglie la sfida che porterà l’idrogeno ad essere un tassello fondamentale nel raggiungimento del target delle emissioni zero entro il 2050. A illustrare le ultime novità sul fronte della ricerca è Claudio Miranda, responsabile dell’Ufficio Ricerca & Sviluppo di Graded, questa mattina nel corso dello speed speech dedicato alle applicazioni dell’idrogeno all’interno dell’Innovation Village.
Il sistema utilizzato per entrambi i progetti prevede la produzione di idrogeno verde impiegando un elettrolizzatore alimentato da fonte rinnovabile, l’accumulo di idrogeno a bassa pressione attraverso un serbatoio ad idruri metallici e la produzione di energia elettrica e termica mediante una cella a combustibile.
“Il nostro obiettivo – spiega Miranda – è utilizzare questi impianti pilota di micro-cogenerazione, studiarne i benefici ambientali e replicare la tecnologia su larga scala, affinché si possano raggiungere i target di carbon neutrality in linea con i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite (SDGs)”.
Presente all’evento anche l’ad di Graded Vito Grassi che ha partecipato alla tavola rotonda sul tema dell’idrogeno per la transizione energetica. “Per fare dell’Italia un ‘centro’ dell’idrogeno occorre una strategia energetica nazionale che abbia caratteristiche di flessibilità e adattabilità e che superi approcci ideologici basati sui diversi ‘colori’ del vettore, puntando piuttosto sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Incentivare solo l’idrogeno verde, che realisticamente richiederà ancora anni per le applicazioni su scala commerciale, rischia di spingere l’industria italiana in una direzione difficile, dove partiamo senza grandi vantaggi competitivi”, spiega Grassi, che è anche vicepresidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale. “La decarbonizzazione – aggiunge Grassi – è una missione complessa che deve mobilitare ogni capacità innovativa. Sarebbe del tutto incomprensibile sbarrare proprio quei sentieri nei quali possiamo far leva su un preesistente vantaggio competitivo”.