Napoli, la denuncia del Circolo culturale Mandela: “Il Parco di Re Ladislao perso nel degrado”
I cittadini del quartiere San Lorenzo, a Napoli, alzano di nuovo la voce per denunciare il degrado in cui versa il parco di Re Ladislao, un piccolo polmone verde di 4.500 metri quadrati a ridosso della Chiesa di San Giovanni a Carbonara, nel cuore del centro antico della città e che probabilmente non molti napoletani conoscono.
“Le condizioni del parco e del viale d’accesso sono in condizioni raccapriccianti – spiega Raffaella Guarracino, responsabile Ambiente del circolo culturale Nelson Mandela – cartacce, rifiuti ed erba incolta sono dappertutto, senza dimenticare centinaia di scritte di pennarello e di vernice lungo i muri, segno che pulizia e ordinaria manutenzione sono un vecchio ricordo. Purtroppo, ancora una volta dobbiamo registrare sia l’inefficienza del Comune sia la maleducazione dei cittadini, quando ciò accade il degrado è la logica conseguenza. Abbiamo fatto un servizio fotografico – spiega la Guarracino – che provvederemo a inoltrare in municipalità e al Comune”.
Il Parco di Re Ladislao è un piccolo gioiello nascosto, esempio emblematico di antico “hortus conclusus”. Molto formale e geometrico, questo tipo di contesto, derivato direttamente dal modello romano, oscillava tra una finalità estetico-contemplativa e quella pratica e produttiva. Il Parco di Re Ladislao si connota infatti come giardino dei semplici, in cui i monaci coltivavano, nel rigore di una tecnica attenta e di un’antica sapienza, piante aromatiche e medicinali. Gli agrumeti fornivano un’integrazione preziosa alla dieta, creando nel contempo un ambiente di particolare, intima suggestione. Il parco prende il nome da un celebre re di Napoli, Ladislao d’Angiò-Durazzo, vissuto tra la fine del 1300 e l’inizio del 1400: il monarca che passò alla storia per aver a lungo aspirato all’importante progetto, mai realizzato, di unificare l’Italia con Napoli come capitale. Dal 2001, anno del suo restauro, il giardino si presenta come una vera e propria oasi verde curata nei minimi dettagli e abbellita con diverse e numerose specie di piante e fiori colorati. Molti sono stati anche gli eventi messi in atto nel corso degli anni per valorizzare ulteriormente questo gioiello dall’inestimabile valore architettonico.
“Purtroppo dell’affascinante storia di questo parco – conclude la Guarracino – non restano che il degrado e l’incuria che ne hanno deturpato l’antica bellezza. Tuttavia, continueremo a batterci affinché torni a essere sede di manifestazioni culturali e di luogo di conoscenza ambientale per le scolaresche della nostra città”.