I sindacati alla Città Metropolitana: «Subito un piano di assunzioni per Armena Sviluppo»
I sindacati scrivono al sindaco metropolitano Luigi de Magistris, alla dirigenza della Città metropolitana, ai consiglieri metropolitani e ai vertici della società Armena sviluppo per chiedere che nel prossimo Consiglio Metropolitano venga approvato “il piano industriale aziendale dell’Armena Spa che preveda 54 assunzioni di operai specializzati, senza le quali non c’è futuro per tutte le maestranze e l’azienda stessa, escludendo momentaneamente la commessa delle Coste in attesa che si faccia chiarezza sulla legittimità, sulla sostenibilità e sulla trasparenza della stessa”.
Cobas lavoro Privato, Fiadel, Fiom, Sll, Uap, Usb nella missiva ripercorrono le tappe della vicenda che ha per protagonista Armena sviluppo, azienda partecipata completamente dalla Città metropolitana. “Ci battiamo da tempo – scrivono i sindacati – per rimuovere il problema principale di questa azienda: la mancanza di personale specializzato per l’esecuzione efficiente delle commesse di manutenzione ordinaria degli edifici scolastici e delle strade di competenza della Città Metropolitana di Napoli”.
“Da circa quattro anni, la proprietà è stata sollecitata dalle parti sociali in tal senso, con incontri ai quali hanno partecipato anche il sindaco metropolitano De Magistris, i consiglieri competenti, il direttore generale, il capo di Gabinetto. Pur condividendo le nostra osservazioni all’Azienda, dirette a recuperare quei livelli di efficienza nella produzione, attraverso l’assunzione a tempo indeterminato tramite bando di concorso pubblico di giovani operai specializzati, che garantirebbe uno sviluppo solido e stabile di Armena e soprattutto una protezione dalle manovre che, in nome degli interessi di bassa politica, già in passato hanno causato il fallimento di Asub e SIS giocando su una perverso rapporto di causa-effetto tra mancato sviluppo quantitativo e qualitativo delle risorse umane ed esternalizzazioni – sottolineano i sindacati – la proprietà si è dimostrata timida nel porre in essere gli atti conseguenziali”.
“Invece, da alcuni mesi – accusano Cobas lavoro Privato, Fiadel, Fiom, Sll, Uap, Usb – assistiamo con sconcerto e rabbia all’improvviso iperattivismo dei vertici della Città Metropolitana di Napoli, che in tempi record hanno creato le condizioni per assumere quattro dipendenti di Anea, fino a cambiare lo stesso statuto di Armena sviluppo s.p.a e a pretendere un Piano industriale, “puntualmente” proposto dall’azienda, che si è arenato per il solo motivo di essere stato “ricamato” attorno alla nuova commessa delle Coste e ai quattro dipendenti Anea su cui è stata ricucita. Un lavoro di bassa sartoria che ha solo prodotto un abito che già dimostra di cedere nelle cuciture, come dimostra il rinvio del Consiglio metropolitano del 17 giugno 2021, perché oggetto di scontro con alcuni consiglieri metropolitani che, già da tempo, hanno posto addirittura una questione di legittimità, circa la modalità (cessione del contratto individuale di lavoro ex art.1406 c.c.) del passaggio dei quattro dipendenti dal consorzio Anea ad Armena Sviluppo s.p.a.”.
“Se la proprietà avesse dedicato le stesse energie e la stessa sollecitudine nel risolvere il problema della riduzione progressiva del personale specializzato (dal 2016 al 2022 sono andati ed andranno in pensione ben 92 unità) – accusano ancora i sindacati – oggi non ci ritroveremmo in questa situazione critica, con i fragili equilibri di un Piano industriale appesi all’ipotesi di 54 nuove assunzioni che dal mese di luglio dovrebbero innalzare il valore della produzione. Soprattutto avrebbe allontanato i sospetti che le vere finalità sono quelle di combinare tempi ristretti e obiettivi irrealistici (a che punto è la preparazione del bando pubblico di concorso?) per giustificare la strada per niente trasparente di un periodico e sistematico ricorso alle agenzie interinali del lavoro. Tutto il resto rimane sullo sfondo degli interessi di un’amministrazione in scadenza, e sembrerebbe che gli amministratori non guardino oltre il breve orizzonte dei loro mandati istituzionali, là dove invece c’è il destino dei lavoratori. Com’è possibile che tutti gli sforzi della proprietà siano concentrati su una commessa insignificante (il cui valore, 300.000 euro, è quasi esclusivamente la somma della retribuzione dei quattro dipendenti Anea) e che potrebbe gravare pesantemente tra circa un anno sul bilancio aziendale e per nulla strategica per l’azienda? C’è da sottolineare, inoltre, che i 4 dipendenti di Anea non hanno alcuna competenza specifica, circa la commessa che verrebbe loro assegnata. Perché la proprietà allo stesso momento avvia un processo di svuotamento della commessa strategica della manutenzione scolastica? Ma soprattutto – concludono Cobas lavoro Privato, Fiadel, Fiom, Sll, Uap, Usb – come è possibile che il futuro dell’azienda e di 370 famiglie debbano essere ostaggio di una discutibile commessa che riguarda quattro persone?”.