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A Napoli vincono De Luca e il reddito di cittadinanza

Sottotitolo: E meno male che De Luca c’è

Il risultato non era scontato. Maresca sembrava convinto: “Ce magnamm!”; Bassolino contava tanti nostalgici, ne contava troppi; perfino Clemente ostentava sicurezza, aveva già pure un inno ufficiale (“Ce vo ‘na femmena”, di Luca Sepe).

Non avevano fatto i conti con Vincenzo De Luca e con il reddito di cittadinanza: un binomio che a Napoli pesa eccome.

Non c’entra nulla Giuseppe Conte, che con i suoi sorrisi ammiccanti riesce solo a spaccare i grillini napoletani: da una parte lui e Di Maio che non raggiungono la doppia cifra; dall’altra il resto dei pentastellati, sparpagliati in tutte le altre formazioni. Il più eletto della lista, Ciro Borriello, ha riportato solo 1043 preferenze ed è l’unico a raggiungere quota mille.

“Quando Pd e 5Stelle corrono insieme vincono”, dirà l’avvocato Conte. “Noi siamo più forti dei 5Stelle”, precisa Enrico Letta, fresco di elezione alle suppletive nel collegio di Siena. Infatti i 5Stelle spariscono dai radar a Roma, dove governavano, come a Milano e a Torino. Frutto dell’impegno di Conte e Di Maio, non c’è altra spiegazione: nel senso che si sono dovuti proprio impegnare per portare a casa una sconfitta di queste dimensioni. Nonostante il reddito di cittadinanza. Che però, pare, abbia fatto leva sull’elettorato napoletano. Rdc e De Luca: c’entra poco l’affidabilità di Manfredi.

Il governatore, che ha vinto pure a Salerno, potrebbe addirittura portare a casa un 4 a zero se riuscirà a vincere anche a Benevento (dove appoggia Mastella, non il candidato del Pd) e a Caserta, dove il leghista Zinzi sembra avere poche chance contro il sindaco uscente Marino.

De Luca contro tutti. Non è una novità. Di solito vince.

A Napoli, però, c’è un altro dato che salta agli occhi: l’affermazione di Forza Italia, primo partito del centro destra. Napoli è l’unica città d’Italia a far registrare questo risultato. Con Salvatore Guangi (3113), Domenico Brescia (3657) e Iris Savastano (2729) che da soli raccolgono oltre il 50% dei voti della lista.

In Essere Napoli-Maresca Sindaco a sorpresa Rosaria Borrelli con 1730 preferenze viene eletta in consiglio comunale doppiando quasi, nella stessa lista, Federico Menna, dato per favorito essendo già coordinatore di Forza Italia Giovani della Campania e coordinatore di Forza Italia giovani del sud Italia.

Buona affermazione per Nino Simeone (Napoli libera) con 2487 voti e anche per Massimo Pepe e Anna Maria Maisto (entrambi in Azzurri Noi Sud Napoli Viva). Solo 4 voti per Immacolata La Mula, in arte Tina Sacco, neomelodica grillina che sosteneva l’ex rettore Manfredi. Mentre nel Pd svetta Enza Amato con 4121 voti, seconda solo a Gennaro Acampora (4329).

Viene naturale chiedersi cosa sia successo a Luigi De Magistris. Sconfitto nella città che lo ha visto sindaco per due mandati, dove “sosteneva” la sua candidata Alessandra Clemente e sconfitto in Calabria dove correva da presidente della Regione. Un fallimento politico totale per l’ex leader Arancione, che nel 2012 si poneva come obiettivo una lista nazionale al quattro per cento con Ingroia per portare a Roma una dozzina di parlamentari. “Mi prendo una pausa, devo riflettere”, avrebbe detto, poi, a caldo l’ex Pm.

Ancora una curiosità: la Lega in Campania va al ballottaggio a Caserta e ad Afragola. Nel popoloso comune a nord di Napoli è una sfida tutta interna al centro-destra, con il leghista Antonio Pannone (Lega-FdI) che se la vedrà con Gennaro Giustino (Forza Italia). Chissà cosa penserà l’on. Mimmo Tuccillo, ex sindaco di Afragola che del declino del Pd ne aveva parlato in tempi non sospetti?

Qui tutte le liste, i candidati e le preferenze riportate

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