Campania

Inquinamento in Campania, screening in 175 Comuni

Centosettantacinque Comuni interessati, 4200 cittadini coinvolti (da 15 ai 60 anni), risorse idriche passate al setaccio (circa 400mila pozzi non in regola) incrociando i dati relativi alla presenza di impianti industriali o di siti per lo smaltimento rifiuti, sia quelli autorizzati e quelli illegali.

Sono questi i numeri dell’indagine “Spes”, curato dall’istituto zooprofilattico per il Mezzogiorno, avviato nel 2016 ma che si è concluso pochi mesi fa e che è stato presentato alla Regione Campania alla presenza del presidente della Giunta, Vincenzo De Luca.

L’intero territorio regionale – e non solo la cosiddetta area della Terra dei fuochi – è stato passato al setaccio e si è cercato di verificare l’eventuale relazione tra malattie oncologiche (come ad esempio il cancro alla vescica e al polmone) e fattori inquinanti dell’aria e dell’acqua. “Si tratta di un lavoro immenso – ha detto il presidente De Luca – per individuare in tutto il territorio campano quali sono i fattori inquinanti per quanto riguarda l’acqua, l’aria e i terreni agricoli. Ci consente di avere in quadro aggiornato e di fare un’operazione verità”. Fattori di criticità, che devono essere approfonditi, che sono “puntiformi”, ovvero che non sono concentrati solo in alcune aree.

“Siamo rimasti sorpresi quando abbiamo verificato che il valore del mercurio è cinque volte superiore al valore medio della popolazione restante in alcune aree della valle dell’Irno – ha spiegato il direttore dell’ ‘istituto zooprofilattico per il Mezzogiorno, Antonio Limone – o verificato valori di diossina o metalli pesanti in alcune aree della valle del Sabato o abbiamo valori superiori per diossina in alcuni Comuni della provincia di Caserta, che avevamo già attenzionato”. I cittadini sono coinvolti nell’indagine sono stati sottoposti ad uno screening molto particolare con esami del sangue, dell’urina e delle feci. Dati che sono stati successivamente trasferiti all’istituto superiore di sanità e anche all’istituto per la cura dei tumori “Pascale” di Napoli. Ma non solo. Tutti i cittadini possono conoscere i dati perché sono stati messi in rete.

L’obiettivo dello studio, che è stato molto minuzioso e senza trascurare alcun dettaglio, come ha spiegato il direttore dell’istituto zooprofilattico del Mezzogiorno, Antonio Limone. è quello di di realizzare “una fotografia della realtà” che sarà propedeutica all’attuazione di “una medicina di prevenzione” che potrà essere mirata. L’insorgere di malattie oncologiche si può verificare anche a distanza di decenni dall’esposizione di fattori inquinanti e per questo una indagine conoscitiva avviata per tempo può risultare utile ad adottare le misure necessarie. Quindi si è valutata la migrazione del contaminante verso l’uomo attraverso la lettura dei biomarcatori. Ovviamente sarà necessario anche eliminare a monte la causa dell’inquinamento ma anche “incidendo sulla persona scongiurando il rischio che vada verso una malattia cronica tumorale. Ed è questa la vera innovazione di Spes”, ha concluso Limone.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio

Adblock rilevato

Considerate la possibilità di sostenerci disabilitando il blocco degli annunci.