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I sindacati si oppongono alla riduzione del personale medico nelle ambulanze 118

Le organizzazioni sindacali FIMMG, SNAMI, CISL, SMI, FMT e CIMO hanno manifestato forte opposizione al piano di demedicalizzazione delle ambulanze del 118, che riduce l’assistenza medica sul territorio e compromette la sequenza delle cure necessarie per i pazienti.

Negli ultimi mesi, la demedicalizzazione di quattro ambulanze su dieci ha causato criticità nel servizio 118, con ritardi nei soccorsi per gravi patologie. I tempi di intervento per i casi urgenti sono aumentati, con casi di trasporto in ospedale senza medico a bordo, portando a una sovraccarico delle strutture ospedaliere.

La demedicalizzazione ha generato proteste da istituzioni, popolazione e professionisti della salute, evidenziando la necessità di garantire il diritto alla salute. Le ambulanze mediche sono fondamentali per la sopravvivenza dei pazienti critici.

Nonostante la presenza del 62% dei medici previsti, la proposta di demedicalizzazione totale delle ambulanze da parte della ASL di BN appare paradossale. Esiste un contingente sufficiente di medici per mantenere le ambulanze mediche operative senza demedicalizzazioni.

Le organizzazioni sindacali chiedono l’istituzione di un tavolo tecnico aziendale sull’emergenza 118 con la partecipazione dei medici sul campo, per evitare il taglio dei servizi e garantire un accesso equo alle cure. Si suggerisce di massimizzare l’utilizzo dei medici esistenti e di fornire una formazione adeguata, evitando il ricorso esclusivo alla demedicalizzazione per ragioni finanziarie.

Le sigle sindacali minacciano azioni di protesta per difendere il diritto alla salute, non accettando compromessi sulla qualità dell’assistenza sanitaria.

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