Lotta di De Luca per contrastare il declino sociale nel Sud
La proposta di autonomia differenziata avanzata dal Governo suscita preoccupazioni diffuse riguardo ai suoi potenziali impatti devastanti sulla coesione nazionale, soprattutto nel Mezzogiorno, con gravi conseguenze sociali. L’attuale disparità nella spesa pubblica pro capite tra il Nord e il Sud, con un divario di 5000 euro, ha già portato a una riduzione dei servizi essenziali come quelli sanitari e scolastici nelle regioni meridionali.
La proposta della destra di cristallizzare e ampliare ulteriormente queste disuguaglianze solleva ulteriori preoccupazioni. La mancanza di finanziamenti adeguati per le cosiddette “Regioni a statuto speciale” in tutta Italia, l’assenza di un fondo di perequazione sufficiente e la possibilità che i residui fiscali supportino le richieste delle regioni più ricche minacciano di erodere ulteriormente le risorse statali destinate al benessere nazionale.
Questa prospettiva di istituzionalizzare una divisione tra cittadini di “serie A” e “serie B” per quanto riguarda servizi essenziali come sanità, assistenza sociale, istruzione e trasporto pubblico locale va in direzione opposta agli sforzi democratici già compiuti attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Piero DeLuca, rappresentante del gruppo Pd alla Camera, ha dichiarato che ciò rappresenterebbe uno scempio e ha promesso di combattere contro questa proposta in ogni sede, inclusi il Parlamento e il dibattito pubblico, al fine di preservare l’unità e il benessere dell’Italia.