Nel libro di Cutolo (Mcl) lo smart working da soluzione tampone a risorsa
«Lo smart working è ormai diventato la modalità di lavoro del futuro e la pandemia, evento fino a due anni fa inimmaginabile, ha messo in evidenza le nuove esigenze del mondo del lavoro pubblico e privato». Così Michele Cutolo, vicepresidente nazionale del Movimento cristiano lavoratori, ha spiegato a Napoli in un incontro nel Circolo Canottieri, organizzato da Paola Pisani Massamormile, le motivazioni alla base del libro di cui è coordinatore “Smart working, da esigenza emergenziale a vettore della work life balance”, edito da Guida Editore.
Il testo racconta e delinea le iniziali difficoltà dei lavoratori ad adattarsi al nuovo modo di lavorare basato sul raggiungimento degli obiettivi e meno sulla prestazione fondata sulle ore lavorative, ma sottolinea anche come lo smart working, inizialmente percepito come strumento di emergenza, abbia acquisito un’importante funzione equilibratrice tra vita privata e lavorativa.
«Il libro – spiega Cutolo – vuole essere uno spunto affinché si possa trovare una soluzione molto più consona rispetto all’improvvisazione dovuta alla pandemia. Inoltre, questo volume vuole trattare la nuova dimensione del lavoro partendo dall’osservatorio privilegiato del Senato della Repubblica che ha convertito in legge diversi decreti che hanno cambiato progressivamente il modo di lavorare».
Nel libro trovano spazio gli importanti contributi, oltre quello di Cutolo, di Vincenzo Carbone, vicepresidente della commissione Lavoro e Previdenza sociale al Senato; Ciro Capasso, magistrato; Mariagrazia Sampietro, dirigente risorse umane Inps; Matteo Lorito, rettore dell’Università Federico II di Napoli; Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl; Giulio Quadri, docente di Diritto del lavoro Università Federico II; Gabriella Alemanno, presidente Cug – Agenzie delle Entrate; Vincenzo Carbone, senatore; Amedeo Manzo, presidente della Banca di Credito Cooperativo di Napoli; Gerardo Capozza, segretario generale dell’Aci. Le conclusioni sono state affidate a Elena Bonetti, ministro per le Pari opportunità.