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Riportiamo in vita i colli Tifatini: Il rilancio del progetto del Parco nella zona Ovest.

Lettera aperta indirizzata ai sindaci di Caserta, Capua, Casagiove, Casapulla, Castel Morrone e San Prisco.

Tra Caserta e Maddaloni, la problematica delle cave continua a rappresentare una maledizione e una devastazione inarrestabile. Ad ogni occhiata in quella direzione, si rivela uno spettacolo sempre più spettrale: intere colline sono state sbranate e deturpate da coloro che vengono comunemente chiamati “cavaioli”. Questi individui, nonostante i divieti di legge, proseguono imperterriti nelle loro attività predatorie. Attualmente, si stanno perpetrando nuove atrocità sulla cima delle colline, con scavi che partono dalla sommità, nelle vicinanze del santuario di San Michele e della Cava Franca di Luserto. Inoltre, è stato riaperto un grande cantiere di estrazione alle spalle dei Ponti della Valle, che rappresentano un patrimonio dell’UNESCO. A tutto ciò si aggiunge la distruzione del patrimonio verde causata dagli incendi estivi.

Il degrado delle cave è ormai di dimensioni gigantesche ed è evidente a tutti. Le colline non ci proteggono più come una volta e, purtroppo, la situazione è aggravata dai cambiamenti climatici, poiché alcune cave sono state scavate all’interno delle colline, creando grandi invasi artificiali che potrebbero riempirsi con le acque piovane, aumentando il rischio di frane.

La visione politica a breve termine e la scarsa sensibilità ambientale degli amministratori, in particolare dei comuni di Caserta e Maddaloni, continuano a causare danni incalcolabili, portando a una situazione di dissesto idrogeologico senza precedenti. La chiusura delle attività dei cementifici Cementir e Moccia, che rappresentano veri “mostri industriali” nel cuore dell’area casertana, non è sufficiente. È necessario fermare completamente le attività di estrazione del calcare, che da decenni stanno erodendo la nostra vita e la nostra salute. Per queste ragioni, è imperativo chiedere alle autorità statali e regionali, compreso il Governo, di porre un freno a questa corsa verso la distruzione dell’ecosistema in una delle aree più densamente popolate e industrializzate.

Oltre a preservare la salute, è fondamentale promuovere azioni per la tutela e la valorizzazione del paesaggio, un bene comune primario, come evidenziato nell’articolo 9 della nostra Costituzione da Tomaso Montanari. Le associazioni ambientali e i comitati dei cittadini hanno più volte attirato l’attenzione dell’opinione pubblica su questa devastazione delle cave, una distruzione ecologica che ha già causato un dissesto ambientale in gran parte irreversibile.

Purtroppo, recentemente, un silenzio incredibile, spesso accompagnato da disattenzione e, talvolta, da una connivenza che sfiora persino la natura camorristica, caratterizza le istituzioni locali e le forze politiche. Questo atteggiamento è inaccettabile davanti a un disastro di tale portata. È giunto il momento di ribellarsi e indignarsi, di riprendere l’iniziativa e lanciare un appello, in primo luogo, alle massime autorità istituzionali, dalla Regione Campania alla Provincia, fino ai sindaci di Caserta, Capua, Casagiove, Castel Morrone, Casapulla e San Prisco, che hanno già aderito formalmente al progetto del Parco dei Colli Tifatini. Dobbiamo fare in modo che questo progetto diventi una priorità concreta per tutti.

Inoltre, dovremmo considerare la possibilità di riutilizzare le cave per altre attività sociali e produttive, con un particolare focus sul ripristino dei siti naturali attraverso il “ripascimento”, come è già avvenuto in alcuni casi. L’università, a cominciare dal Polo Scientifico della Luigi Vanvitelli, potrebbe fornire un contributo cruciale per avviare un dibattito e un confronto su nuove idee di crescita sostenibile per il nostro territorio. Inoltre, le attività estrattive hanno un impatto negativo anche sui lavori del nuovo Policlinico, che sono bloccati da anni.

A Caserta, come avviene per altri beni comuni, è essenziale riavviare un movimento di lotta, non solo per denunciare, ma soprattutto per proporre soluzioni e progetti, coinvolgendo le principali associazioni giovanili ed ambientaliste. Per questo motivo, abbiamo deciso di creare una rete con l’obiettivo di continuare a informare i cittadini sulla situazione attuale e sul rilancio del progetto del Parco dei Colli Tifatini, che è stato oggetto di discussione per molti anni. Attualmente, la rete è composta da: Le Piazze del Sapere, FTS Casertano, Legambiente, WWF, LIPU, Cai Caserta, Arci, Acli, Auser Caserta, Capua e Casagiove, Italia Nostra, CSA Ex Canapificio, Caserta Città Viva, Cittadinanza Attiva, Partecipazione Attiva, Agenda 21 per Carditello, Medici per l’Ambiente e A Casa di Lucia. Collaboreremo con le scuole, l’università e le organizzazioni sociali e sindacali per promuovere un cambiamento positivo.

Le Piazze del Sapere, in qualità di promotore, propongono un nuovo incontro da organizzare a Caserta in occasione della Giornata Mondiale del Clima, al quale invitiamo anche i sindaci che sostengono il progetto del Parco. Ulteriori dettagli sul programma, inclusa data e sede, saranno forniti successivamente.

Lettera aperta indirizzata ai sindaci di Caserta, Capua, Casagiove, Casapulla, Castel Morrone e San Prisco.

Tra Caserta e Maddaloni, la problematica delle cave continua a rappresentare una maledizione e una devastazione inarrestabile. Ad ogni occhiata in quella direzione, si rivela uno spettacolo sempre più spettrale: intere colline sono state sbranate e deturpate da coloro che vengono comunemente chiamati “cavaioli”. Questi individui, nonostante i divieti di legge, proseguono imperterriti nelle loro attività predatorie. Attualmente, si stanno perpetrando nuove atrocità sulla cima delle colline, con scavi che partono dalla sommità, nelle vicinanze del santuario di San Michele e della Cava Franca di Luserto. Inoltre, è stato riaperto un grande cantiere di estrazione alle spalle dei Ponti della Valle, che rappresentano un patrimonio dell’UNESCO. A tutto ciò si aggiunge la distruzione del patrimonio verde causata dagli incendi estivi.

Il degrado delle cave è ormai di dimensioni gigantesche ed è evidente a tutti. Le colline non ci proteggono più come una volta e, purtroppo, la situazione è aggravata dai cambiamenti climatici, poiché alcune cave sono state scavate all’interno delle colline, creando grandi invasi artificiali che potrebbero riempirsi con le acque piovane, aumentando il rischio di frane.

La visione politica a breve termine e la scarsa sensibilità ambientale degli amministratori, in particolare dei comuni di Caserta e Maddaloni, continuano a causare danni incalcolabili, portando a una situazione di dissesto idrogeologico senza precedenti. La chiusura delle attività dei cementifici Cementir e Moccia, che rappresentano veri “mostri industriali” nel cuore dell’area casertana, non è sufficiente. È necessario fermare completamente le attività di estrazione del calcare, che da decenni stanno erodendo la nostra vita e la nostra salute. Per queste ragioni, è imperativo chiedere alle autorità statali e regionali, compreso il Governo, di porre un freno a questa corsa verso la distruzione dell’ecosistema in una delle aree più densamente popolate e industrializzate.

Oltre a preservare la salute, è fondamentale promuovere azioni per la tutela e la valorizzazione del paesaggio, un bene comune primario, come evidenziato nell’articolo 9 della nostra Costituzione da Tomaso Montanari. Le associazioni ambientali e i comitati dei cittadini hanno più volte attirato l’attenzione dell’opinione pubblica su questa devastazione delle cave, una distruzione ecologica che ha già causato un dissesto ambientale in gran parte irreversibile.

Purtroppo, recentemente, un silenzio incredibile, spesso accompagnato da disattenzione e, talvolta, da una connivenza che sfiora persino la natura camorristica, caratterizza le istituzioni locali e le forze politiche. Questo atteggiamento è inaccettabile davanti a un disastro di tale portata. È giunto il momento di ribellarsi e indignarsi, di riprendere l’iniziativa e lanciare un appello, in primo luogo, alle massime autorità istituzionali, dalla Regione Campania alla Provincia, fino ai sindaci di Caserta, Capua, Casagiove, Castel Morrone, Casapulla e San Prisco, che hanno già aderito formalmente al progetto del Parco dei Colli Tifatini. Dobbiamo fare in modo che questo progetto diventi una priorità concreta per tutti.

Inoltre, dovremmo considerare la possibilità di riutilizzare le cave per altre attività sociali e produttive, con un particolare focus sul ripristino dei siti naturali attraverso il “ripascimento”, come è già avvenuto in alcuni casi. L’università, a cominciare dal Polo Scientifico della Luigi Vanvitelli, potrebbe fornire un contributo cruciale per avviare un dibattito e un confronto su nuove idee di crescita sostenibile per il nostro territorio. Inoltre, le attività estrattive hanno un impatto negativo anche sui lavori del nuovo Policlinico, che sono bloccati da anni.

A Caserta, come avviene per altri beni comuni, è essenziale riavviare un movimento di lotta, non solo per denunciare, ma soprattutto per proporre soluzioni e progetti, coinvolgendo le principali associazioni giovanili ed ambientaliste. Per questo motivo, abbiamo deciso di creare una rete con l’obiettivo di continuare a informare i cittadini sulla situazione attuale e sul rilancio del progetto del Parco dei Colli Tifatini, che è stato oggetto di discussione per molti anni. Attualmente, la rete è composta da: Le Piazze del Sapere, FTS Casertano, Legambiente, WWF, LIPU, Cai Caserta, Arci, Acli, Auser Caserta, Capua e Casagiove, Italia Nostra, CSA Ex Canapificio, Caserta Città Viva, Cittadinanza Attiva, Partecipazione Attiva, Agenda 21 per Carditello, Medici per l’Ambiente e A Casa di Lucia. Collaboreremo con le scuole, l’università e le organizzazioni sociali e sindacali per promuovere un cambiamento positivo.

Le Piazze del Sapere, in qualità di promotore, propongono un nuovo incontro da organizzare a Caserta in occasione della Giornata Mondiale del Clima, al quale invitiamo anche i sindaci che sostengono il progetto del Parco. Ulteriori dettagli sul programma, inclusa data e sede, saranno forniti successivamente.

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