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Zungoli: il borgo delle grotte

Il visitatore moderno che arriva nel borgo di Zungoli, a cui, in passato si accedeva attraverso le quattro porte: porta Sant’Anna, porta Castello, porta Palazzuolo, porta di Basso, è accolto nella piazza principale del paese dal castello e dai palazzi Annicchiarico-Petruzzelli e Iannuzzi (uomo di Zungoli a cui si devono gli importanti scritti sui ritrovamenti preistorici nel tratto zungolese del regio tratturo Pescasseroli-Candela, attualmente custoditi nel Museo Irpino di Avellino). Attualmente il castello, edificato da un capitano normanno intorno al XIII-XIV sec., è di proprietà di privati, (dal 1825 dei Susanna), dopo aver avuto funzioni di difesa fino al 1525 epoca in cui fu acquistato dai Loffredo di Trevico. Di esso si apprezzano tre delle originarie 4 torri, una delle quali conserva le stigmate del tipico donjon. Scendendo dalla sommità del paese dove si trova il castello, si incontrano case che conservano la struttura delle case pontile, costituite da un passaggio a forma di ponte con struttura abitativa soprastante, memoria della natura difensiva di queste nel castrum. La struttura ascensionale dell’abitato zungolese che ha stratificato gli insediamenti urbani sulle grotte che si riscontrano ancora oggi al di sotto di molte case, è ben visibile passeggiando per le vie del centro. Tra queste una ancora ben conservata, (di fine 800 inizi 900) in via Giudea con conserva la struttura originaria degli ambienti: la stalla all’interno della casa, che, a mò di fonte di riscaldamento, era posta a basamento della stanza dei bambini, la camera da letto con l’immancabile vaso da notte, il letto confezionato in paglia d’estate, lana di pecora in inverno e il monaco scaldaletto, fuso in legno che riempito con la brace assolveva alla sua funzione di fonte di riscaldamento. La cucina ben conservata, con il pavimento in pietra non ha alcuna soluzione di continuità con la strada esterna.

Un tuffo nel passato che è possibile rivivere in questo affascinante angolo d’Irpinia anche scendendo in una delle tante grotte in genere con copertura a schiena d’asino come quella usata per la stagionatura di pregiati prodotti di questa terra quale il caciocavallo di podolica. Di rilievo la cantina Nisco sita nel rione denominato “Quartiere”, sede della Guardia Nazionale dopo l’Unità d’Italia, ma probabilmente area di alloggio di truppe militari già in età spagnola. L’interno offre uno spaccato di vita di inizio Novecento, con l’arredo tipico dell’epoca costituito da caminetto, fornacella, credenze e scaffalature per l’esposizione di prodotti, tavoli e panche per gli avventori.

Di interesse anche l’edilizia religiosa: il convento dei Francescani riformati, risalente a metà del XVI secolo, si sviluppa su due livelli: l’inferiore adibito a cucina, refettorio, cantina e a laboratorio per la manifattura della lana; il superiore, destinato ad alloggio dei frati. L’interno conserva un pregevole coro ligneo del 1792. L’attigua chiesa è stata ricostruita dopo il sisma del 1930. Nel centro del paese si trova la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, del 1500, ora cappella privata, a lato della quale è l’omonimo ex monastero, citato nella platea del 1619. Il complesso a due piani è costruito interamente in pietra e presenta due ali simmetriche rispetto all’androne centrale con volta a botte. Il territorio di Zungoli rientra nella area naturalistica dei boschi e sorgenti della Baronia, Zona di Protezione Speciale (ZPS).

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