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Può capitare di perdere con l’Empoli in casa. Ma i problemi sono altri. E nemmeno pochi…

Ventotto tiri in porta non sono bastati a ribaltare la partita che il Napoli avrebbe dovuto dominare e gestire fin dal primo minuto. Ventotto tiri in porta, ripetono cantilenando i soliti cantori delle gesta azzurre privi di obiettività al punto da non poterli definire nemmeno tifosi, perché il tifoso pure si arrabbia, inveisce, urla contro, se la sua squadra del cuore non raggiunge i risultati che spera. Ventotto tiri in porta e due volte i legni. Contro l’Empoli. “Che ha battuto la Juve”, si affretteranno a rimarcare sempre i soliti cantori delle gesta azzurre di cui sopra, dimenticando che la Juve di quest’anno è una squadra in cerca di identità.

Si cercano alibi, come sempre capita ai mediocri.

“Troppi infortuni, sfortunati”. Ma il Napoli, qualche anno fa, aveva la media infortunati più bassa d’Europa; tutti esaltavano la preparazione atletica degli azzurri che era affidata a quel dottor De Nicola che, a un certo punto e senza motivazioni ufficiali, il presidente De Laurentiis ha messo alla porta.

“Insigne non gioca bene perché pensa al contratto”. Insigne, quest’anno, sta coprendo una fascia nella sua interezza, mettendo più volte una toppa alle falle di Mario Rui e dando una mano all’intero reparto difensivo oltre che creare alcuni degli assist più belli di questo campionato. Ma se il presidentissimo dice che bisogna parlarne male allora Insigne è il giocatore più scarso della rosa.

“Gli arbitri…”. Più di una volta quest’anno il Napoli ha portato a casa il risultato grazie al Var, cosa che non succedeva, in verità, gli anni scorsi.

Sono solo 3 delle sciocche giustificazioni che vengono tirate in ballo per coprire quella che è una pessima gestione di una delle squadre più importanti del panorama calcistico europeo. Una gestione che, purtroppo, invade tv e giornali con notizie sempre partigiane che riportano sempre e soltanto una visione della vicenda: quella del presidentissimo.

Il presidentissimo che dopo aver mandato via o fatto scappare 2 dei tecnici più forti e vincenti della storia del calcio, non difende Gattuso (ma non lo aveva scelto lui?) e ancor prima nega a Sarri e a Mazzarri quei giusti rinforzi che avrebbero permesso alla squadra di vincere trofei importanti. I nomi della rosa di Mazzarri, i tifosi li ricorderanno: a parte il trio delle meraviglie c’era il vuoto, soprattutto in difesa. Ma il presidentissimo non si discute, per nessun motivo. Anche se bolla Benzema come vecchio, Di Maria come inutile, anche se sbeffeggia i tifosi con “sono io il vostro Cavani”, ignora Ibra che avrebbe voluto indossare la maglia di Diego e litiga con tanti giocatori di qualità per i quali l’unica possibilità è stata quella di andare via da Napoli.

Spalletti doveva essere l’uomo dei miracoli. Facile fare il miracolo con la squadra al completo che, oggettivamente, è una gran bella squadra. I problemi vengono fuori quando cominciano a mancare i perni: cade tutto. E non puoi continuare a sostituire uno scattante e imprevedibile Mertens con un lentissimo e prevedibile Petagna (al 60esimo!). Non puoi continuare a inserire nelle partite un calciatore come Elmas, inconsistente in ogni reparto, quasi sempre fuori ruolo, inutile nella fase offensiva e impacciato in quella difensiva. Anche se nella narrazione di quei soliti cantori di cui sopra è un talento che vale 70 milioni (di lire, forse…) sul quale sarebbero puntati gli occhi di tutte le big europee. Ma per quei cantori, si sa, perfino Donadel era un fuoriclasse. Sono gli stessi che paragonarono Valdifiori a Pirlo. Giocherelloni… Eccoli i problemi del Napoli. Che dovrà pensare adesso, non a gennaio, ai giusti rinforzi per non perdere l’ennesima qualificazione in Champions. Poi, certo, può capitare anche di perdere con il Sassuolo o in casa con l’Empoli. Ma se tiri 28 volte in porta e non segni, la sfortuna non c’entra.

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