Napoli, sequestrato un milione e mezzo di articoli falsi di Euro 2020
Il Comando provinciale della guardia di finanza di Napoli ha sequestrato, nel corso di una serie di ispezioni in tutta l’area metropolitana, oltre 1.600.000 articoli contraffatti e non sicuri, tra cui capi di abbigliamento e gadget di Euro 2020 e mascherine, privi delle certificazioni minime di sicurezza e di indicazioni per il consumatore, quali l’importatore, il produttore e la descrizione delle caratteristiche in lingua italiana.
Nel capoluogo, il II Nucleo operativo metropolitano, il II Gruppo Porto e i Baschi verdi del Gruppo Pronto Impiego, hanno rispettivamente sequestrato, in un negozio gestito da cittadini cinesi nel quartiere Barra, e tra i quartieri Fuorigrotta e in zona Stazione a dei venditori abusivi 1.500.000 prodotti contraffatti o non conformi di note griffe (Chanel, Dior, Louis Vuitton, Nike, Adidas, Gucci, Supreme, Fendi, Reebok, Moschino, Prada, Burberry), tra cui tute e maglie della nazionale di calcio. In provincia, tra Sant’Antimo e Giugliano in Campania, sequestrati dai finanzieri dei Gruppi di Frattamaggiore e Giugliano, rispettivamente presso un emporio cinese e a degli ambulanti, 35mila articoli non sicuri, tra accessori per la cura della persona e bandiere tricolori, maglie e vari gadget della nazionale.
Anche a Pompei e a Torre del Greco sequestrati, rispettivamente, in un emporio cinese e ad un commerciante ambulante, 5.500 gadget connessi ai campionati europei di calcio privi delle indicazioni minime per il consumatore sull’origine, provenienza e sulla qualità.
Infine, sequestrati in un negozio di abbigliamento di Nola e presso un rivenditore all’ingrosso di biancheria di Ottaviano quasi 18mila mascherine non a norma e, tra San Giorgio a Cremano, Ercolano e Barano di Ischia, in diversi negozi gestiti da cittadini cinesi, quasi 63mila tra articoli di cartoleria, materiali elettrici e accessori di moda privi delle indicazioni obbligatorie, tra cui il marchio CE. Sei le persone denunciate, sia italiane sia straniere, ritenute responsabili di ricettazione e commercio di prodotti. Altri 10 soggetti sono stati segnalati alla Camera di Commercio per violazioni di natura amministrativa.