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Napoli, degrado e sosta selvaggia nel quartiere San Lorenzo. Il Circolo Pd: «Intollerabile lo stato di abbandono, il Comune intervenga»

Sono Giustino Ausania e Mario D’Esposito, rispettivamente segretario e portavoce del Circolo Pd San Lorenzo, a dare voce alla maggioranza silenziosa e perbene del quartiere. «La pazienza è finita. E’ inspiegabile che da oltre tre mesi dalla fine dei lavori in Via Carbonara, durati quasi tre anni – dicono – non si siano ancora ripristinate la segnaletica orizzontale, quella verticale e le strisce blu e non sia stato attivato il moderno impianto di illuminazione a led».

Via Carbonara è la strada principale del quartiere San Lorenzo che collega Via Foria a Piazza Garibaldi. Qui si trovano due gioielli storici come la chiesa di San Giovanni a Carbonara, risalente al 1400, e la chiesa di Santa Caterina a Formiello del ‘500. Né si può ignorare la presenza del lussuoso hotel “Palazzo Caracciolo”, espressione di un coraggioso investimento privato, finalizzato alla riqualificazione urbana del quartiere, che oltre a ospitare manifestazioni di livello nazionale è scelto per i ritiri prepartita del calcio Napoli e di molti club esteri.

«Tutt’intorno, invece, regna il degrado più assoluto figlio anche dell’inciviltà di numerosi cittadini – aggiungono Ausania e D’Esposito – auto parcheggiate anche in terza fila sono la regola, che oltre a creare disagi alla circolazione ordinaria sono quasi sempre d’intralcio ai mezzi delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e delle ambulanze, mentre la scarsa illuminazione pone seri problemi per l’incolumità dei residenti. Allo stato, non s’intravedono interventi migliorativi nonostante le numerose segnalazioni scritte sia della presidente della IV Municipalità Maria Caniglia sia del capogruppo Pd al Comune Aniello Esposito agli assessorati competenti e agli uffici tecnici di Palazzo San Giacomo per evidenziare loro i gravi disagi per i residenti. La città si cambia attuando piccoli interventi quotidiani che si rivelano fondamentali per ridare vivibilità ai quartieri e consapevolezza ai cittadini di non essere abbandonati», concludono Ausania e D’Esposito.

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