Dogana, architetti contro il Comune di Avellino
L’Ordine degli Architetti PPC di Avellino non ha dubbi: “Procedura irregolare”, così ha diffidato il Comune di Avellino relativamente alla procedura di affidamento dell’incarico di progettazione per il recupero e riqualificazione edilizia dell’antica Dogana. Una procedura di affidamento diretto a un unico professionista, del valore di euro 290.000, senza bando pubblico ai sensi dell’art.63 c.2 lettera b del d.lgs 50/2016.
Le motivazioni che hanno spinto l’Ordine degli Architetti della provincia di Avellino vengono spiegate sulla pagina Facebook dell’organismo di categoria, dopo quanto già dichiarato nella conferenza stampa indetta dal presidente Erminio Petecca sul recupero dell’antica Dogana di Avellino.
Le considerazioni che hanno indotto il Comune di Avellino a procedere all’affidamento dell’incarico sono queste: “la volontà dell’Amministrazione è quella di creare un’opera di valore artistico unico, ne deriva che come la prestazione progettuale, che dovrà essere resa, assuma i caratteri dell’unicità, la quale potrà ottenersi solo se affidati ad architetto di fama internazionale esperto di beni monumentali, concludendo pertanto, il caso così com’è, giustifica senz’altro la scelta di un progettista a mezzo di una procedura negoziata senza bando.”
Le considerazioni riportate dal dirigente del Comune di Avellino nella Determina n.40 del 26/03/21 ci portano a riflettere sul significato dell’opera di valore artistico unico, nel senso che: se l’opera architettonica esiste e va solo recuperata l’intervento da considerare è quello del restauro, quindi l’opera è unica ma il risultato dell’intervento è da valutare in seguito; se l’opera d’arte architettonica non è unica, in quanto è ancora da realizzare, si configura un incarico di progettazione, con il risultato da valutare, anche quello, in seguito.
L’opera unica della Dogana di Avellino consiste in una facciata da recuperare attraverso un intervento di restauro e la restante parte da costruire ex-novo, in quanto distrutta da un incendio del 1992. Per cui si tratterebbe di predisporre un progetto di restauro e allo stesso tempo della realizzazione di nuovi volumi, oggi inesistenti, che sarebbe stato “illuminante” fare attraverso un concorso pubblico o, in ultima analisi, attraverso una procedura ristretta con la selezione dei partecipanti. Mai immaginarsi un incarico fiduciario, per un importo abbondantemente sopra soglia, con l’escamotage dell’opera d’arte unica affidata ad un unico professionista, anche se di fama internazionale.
Di “unica” in questo caso è la procedura adottata che, qualora compiuta, creerebbe un precedente per poter giustificare in qualsiasi momento l’affidamento fiduciario di un incarico di progettazione “sopra soglia” con le scuse di dover realizzare un’opera d’arte unica.
Per questo motivo invitiamo tutti gli organismi di competenza, come CNAPPC, CNI, CNGeGL, FONDAZIONE INARCASSA, ORDINI PROFESSIONALI a esprimersi in merito a tale procedura adottata dal Comune di Avellino.