San Giuseppe Vesuviano, dipendente ipovedente scrive a Mattarella: “Vengo offeso e stalkerizzato”
“Sono Ciro Nappo, un centralinista cieco del Comune di San Giuseppe Vesuviano. Vi scrivo per sollecitare la Vostra attenzione su ciò che mi accade da tempo sul luogo di lavoro, dove vengo sistematicamente vessato, offeso e stalkerizzato dal sindaco e dal segretario comunale”.
Comincia così la lettera che è stata inviata anche al Presidente Mattarella. Una richiesta di aiuto, quella di Nappo, ma anche una denuncia: “Mi fanno lavorare in una stanzetta angusta e lugubre situata al piano terra del nuovo municipio priva dei più elementari requisiti igienico-sanitari e abitativi, non ho un bagno per disabili e per fare i miei bisogni devo raggiungere tramite le scalinate il secondo piano dove è situato il bagno utilizzato dai dipendenti e dal pubblico, a mio grave rischio in quanto non sempre trovo un volontario disposto a sorreggermi. Per il mio stato di non vedente a volte non riesco neanche e rendermi conto se il bagno è sporco e privo di escrementi con non poco disagio personale”.
Sul volto e nel cuore, Nappo porta i segni delle cicatrici di un terribile incidente. Era un giorno d’agosto di 40 anni fa: il destino decise per lui e rimase invalido dopo essere stato travolto da un’auto: “Vedo solo qualche ombra dall’occhio sinistro”. La famiglia lo ha sempre sostenuto e il lavoro lo ha aiutato a superare i momenti bui. “Quando sono stato assunto in municipio nel 1993 attraverso un regolare concorso, ero contento. Mi sentivo utile alla comunità, questo mi ha spinto a non accontentarmi della pensione di invalidità. Eppure oggi le cose sono cambiate”, racconta Ciro Nappo e quella serenità sembra un ricordo lontano. “La tristezza e il disagio che mi procurano costoro, quando torno a casa viene notata da mia moglie e dai miei figli ai quali non sono in grado di regalare più un sorriso, perché da tempo mi chiudo in me stesso e non socializzo più con nessuno”. Ecco perché decide di scrivere una lunga lettera. Che indirizza al Capo dello Stato, ma anche al Premier, al ministro per le Disabilità, al Prefetto di Napoli, al Garante dei Disabili e al presidente dell’Unione Ciechi. Cosa chiede? “Che tutto ciò che ho segnalato finisca, ed io possa acquistare quel minimo di serenità di cui ho tanto bisogno per affrontare la mia vita di persona non vedente che, credetemi, mi arreca momenti di sconforto che non auguro a nessuno”.