Poste Italiane, i sindacati duri contro il nuovo piano di accorpamento in valle telesina
Spedita da Agrigento nel 2005 è stata recapitata il 25 Settembre 2014 a Oristano. Il mittente aveva scelto la posta prioritaria per accelerare la consegna. La notizia venne pubblicata dal quotidiano La Nuova Sardegna.
I ritardi delle poste italiane sono uno degli argomenti preferiti dai giornali, a volte vengono fuori anche storie romantiche, oppure commoventi come la lettera spedita dal fronte, mai recapitata e ritrovata 77 anni dopo su una bancarella di antiquariato. Ma forse è normale che su un’attività di milioni di consegne qualcosa possa sfuggire, fa parte degli imprevisti.
Non sarà un imprevisto, invece, la causa dei ritardi nelle consegne della corrispondenza che potrebbero verificarsi in provincia di Benevento, dove il nuovo piano industriale creerà non pochi problemi ai portalettere della valle telesina.
Il tutto nasce dalla nota con la quale la più grande azienda italiana nel settore dei servizi comunica l’accorpamento sul Centro di Distribuzione di Ponte dei Presidi decentrati di distribuzione di Cerreto Sannita e di Solopaca e del Centro di Distribuzione di Telese Terme.
Per chi non fosse pratico della zona: dal centro di distribuzione di Telese viene smistata la corrispondenza fino a comuni molto distanti, come Limatola (circa 20 km, al confine con la provincia di Caserta) o Bocca della Selva (località montana a 33 chilometri e a tre quarti d’ora di auto da Telese). Spostando il servizio di partenza a Ponte, che dista circa 20 chilometri da Telese in direzione Benevento, le distanze verso le altre destinazioni aumentano in maniera considerevole. Per raggiungere Bocca della Selva, ad esempio, si impiega oltre un’ora. Il dilatarsi dei tempi di percorrenza ha come conseguenza una ripercussione sui tempi di consegna a meno che nel nuovo piano industriale non vengano prevista l’assunzione di nuove unità per una rete di consegna meglio distribuita sul territorio.
A quanto pare sono già intervenute alcune sigle sindacali nel tentativo di scongiurare il nuovo assetto. L’ultima nota, dell’8 maggio scorso, è stata inviata dal segretario regionale Uil Poste ai vertici di Poste Italiane per denunciare, tra le altre cose, “l’esistenza di numerose manchevolezze strutturali e logistiche nel nuovo piano organizzativo aziendale”, nel quale, fa notare il sindacalista, si evince la “mancata osservanza della sicurezza sui luoghi di lavoro sia in termini di percorrenza giornaliera, sia in termini strutturali dei locali ove è previsto l’accorpamento, riservandoci esposto all’Asl competente”.
In definitiva, a Poste Italiane viene chiesto di fermare il piano di accorpamento evitando disagi sia all’utenza che ai dipendenti.