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Non c’e tregua per il personale sanitario, ancora aggressioni presso l’Ospedale Cardarelli di Napoli

Il personale sanitario non conosce tregua, oltre l’emergenza pandemica che già ha tanto logorato l’animo ed il corpo di medici, infermieri e di tutto il personale sanitario, ad aggravare la “pressione” sui nostri professionisti ci si mettono le continue aggressioni durante l’assistenza ai pazienti.

Dopo l’aggressione e gli insulti a carico di medici ed infermieri avvenuta il giorno 6 Giugno, dove ben 8 familiari, di una donna deceduta per le gravissime condizioni cliniche, riescono ad entrare nel reparto di medicina d’urgenza forzando i sistemi di guardia e sicurezza, gli episodi continuano il giorno dopo in chirurgia d’urgenza.

Dopo un decesso di una paziente, i familiari già preventivamente allertati sulle gravi condizioni cliniche, intorno alla mezzanotte del giorno 7 Giugno irrompono in ospedale in stato di agitazione ed inveivano contro cose e persone determinando danni a vetri e porte del nosocomio, tutto questo mentre i sanitari cercavano di  soccorrere una donna gravida per un malore, che l’altro faceva parte dello stesso gruppo di aggressori.

Angeli nei fatti ma demoni nella percezione, meritano sicuramente un encomio i colleghi che nonostante le minacce ed i calci prestavano assistenza a favore di chi invece gli aggrediva.

Purtroppo poco ha fatto la legge n.113 del 2020 in tema di sicurezza degli esercenti la professione sanitaria, infatti le circostante aggravanti, la procedibilità d’ufficio per percosse aggravate in caso di lesioni gravi e gravissime e la maggiorazione della sanzione economica non hanno determinato quell’azione deterrente tanto sperata.

Bel altre misure servono per controllare questo fenomeno, dall’utilizzo dei militari di “operazioni strade sicure” alla proposta dello “status di pubblico ufficiale” per garantire una certezza della pena, le proposte portate avanti dalle categorie vessate da questo annoso problema sono state tante ma solo parzialmente recepite dai vari governi.

Ci aspettano tempi duri nella ripresa post pandemica, dal recupero delle liste di attesa, alla riorganizzazione della rete territoriale, fino all’adeguamento delle infrastrutture di cura ed assistenza, tutto questo però passa attraverso anche un’alleanza con il cittadino.

Tuttavia questi episodi di violenza non fanno altro che rallentare il processo di ripresa minando l’assistenza attraverso l’interruzione del pubblico servizio, confidiamo a questo punto in una presa di posizione ed interventi “determinati” da parte delle istituzioni preposte affinché termini questo calvario sia per il personale sanitario sia per i pazienti che devono ricevere le loro cure.

Dr. Maurizio Cappiello, Direzione Nazionale Anaao Assomed

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