Napoli: la rinuncia di Manfredi. Ecco cosa ha detto l’ex ministro
“Mentre tante napoletane e napoletani, oltre che esponenti politici nazionali e locali, mi sollecitavano a valutare la disponibilità a candidarmi a sindaco, il cuore fibrillava e la testa ragionava. Lusingato e riconoscente, come è mia abitudine, mi sono messo a studiare. E ho scoperto il dolore”.
Così Gaetano Manfredi, ex ministro ed ex rettore della Federico II approfondisce il suo no alla candidatura a sindaco di Napoli per il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle, sottolineando che dal suo punto di vista “il dissesto – scrive – dovrà essere dichiarato o dal sindaco Luigi de Magistris entro qualche giorno o dal nuovo sindaco a fine anno. Sarei felicissimo se venissi smentito su questi dati drammatici, ma temo che saranno confermati. La conseguenza è che, in queste condizioni della città, il sindaco diventa un commissario liquidatore”.
“I napoletani – prosegue Manfredi – legittimamente, hanno aspettative altissime. Ambiscono ad avere trasporti efficienti, strade riparate e pulite, asili nido, centri per gli anziani, impianti sportivi, parchi pubblici e condizioni di vita quotidiana adeguate ai migliori standard nazionali e internazionali. E questa è soltanto l’ordinaria amministrazione. Ma chiedono anche altro, vogliono evolvere verso la trasformazione digitale, il turismo sostenibile, l’economia circolare, i diritti di cittadinanza. Ambiscono a fare di Napoli, seppur mantenendo tutte le sue formidabili tipicità, una città europea a pieno titolo come è stata sempre nella sua storia. A queste sollecitazioni ho risposto sempre con grande ponderazione, scambiata a volte per eccessiva prudenza. Ma chi mi conosce sa bene che preferisco la concretezza alle parole vuote. Il dissesto e i conseguenti vincoli di bilancio, in questa fase di grande sofferenza sociale a valle della crisi pandemica, creerebbero ferite profonde e azzopperebbero immediatamente il desiderio di ripartenza che tutti noi abbiamo. Alle aspettative si sostituirebbe la frustrazione”.