«Prestazioni tagliate e Asl nel caos. I nostri ragazzi autistici sempre più discriminati»
Anche d’estate l’attività delle associazioni di famiglie con problemi legati all’autismo non si ferma. Anzi, soprattutto d’estate quando l’assistenza paradossalmente si interrompe, le loro denunce si sono intensificate per sottolineare disagi e discriminazioni. Il Comitato dei genitori di Salerno e provincia per l’autismo scrive l’ennesima lettera aperta alle istituzioni perché si facciano carico di supportare le Asl nei servizi di assistenza.
«L’autismo è per sempre – scrive Annarita Ruggiero, referente del comitato – si tratta di una disabilità permanente e l’assistenza non può subire né ritardi né interruzioni. Per noi autistici, nello specifico a Salerno, il tempo è scaduto. L’assistenza riabilitativa sanitaria va supportata da assistenza sociosanitaria, educativa e personalizzata a tempo indeterminato, dall’inclusione sociale non discriminatoria anche in vista dell’inserimento lavorativo. Bisogna restituire dignità e serenità a tutte le famiglie già provate dalla patologia dello spettro autistico dei propri cari, amplificatosi in questo stato di emergenza. Il pericolo più grande è che i pazienti autistici possano regredire».
Da tempo le famiglie sono costrette a ricorrere anche alle vie legali per la tutela dei propri diritti. Per chi non può ricorrere alle vie legali, spesso è costretto a cambiare residenza “rintracciando” Asl, Comuni, scuole più sensibili alle urgenze dell’autismo in modo da ricevere più servizi, stabilità, continuità.
«Per chi, infine, non può ricorrere alle vie legali o cambiare residenza – aggiunge la Ruggiero – resta la discriminazione, l’umiliazione e la frustrazione di non poter garantire al proprio figlio l’adeguata assistenza nel tempo. Le famiglie sacrificano lavoro e sogni per dedicarsi ai propri cari più “invisibili tra invisibili” perché da troppo tempo le soluzioni a Salerno e provincia sono tardive, nonostante le innumerevoli leggi a supporto e le note dei direttori sanitari. Intanto settembre è arrivato: dopo un mese di sospensione delle terapie riabilitative sanitarie i centri accreditati non sanno come e quando saranno aggiornate le prese in carico dopo i tagli alle prestazioni, i piani terapeutici modificati, le note credito avanzate, i decreti ingiuntivi pianificati di questi mesi. Insomma, i centri convenzionati, le associazioni di categoria, le cooperative, le famiglie, i pazienti, gli operatori, a oggi sono in grande sofferenza. Salerno deve “aprirsi”, non è più ammissibile in una società civile, che la diversità tra Province, Comuni, direttori, dirigenti per diversità di approcci, di fondi, progetti e requisiti di accesso creino confusione, disparità di trattamento e quindi discriminazione. Le procedure di presa in carico – conclude la Ruggiero – vanno semplificate e condivise, senza perdersi nei meandri della burocrazia con i giusti investimenti. E’ doveroso attivarsi in sinergia al fine di garantire interventi costanti e mirati.