Opposizione alla privatizzazione GRA: La mozione dei consiglieri comunali di minoranza di Benevento per l’acqua pubblica
I consiglieri comunali di Benevento, tra cui Giovanna Megna, Angelo Moretti (Civico 22), Giovanni De Lorenzo, Raffaele De Longis, Floriana Fioretti, Maria Letizia Varricchio (PD), Angelo Miceli, Luigi Diego Perifano (Città Aperta) e Luigia Piccaluga (Centro Democratico), in seguito alla rilevante discussione avvenuta durante il Forum del 17 dicembre scorso riguardante l’acqua pubblica e in collaborazione con i comitati per l’acqua pubblica della Campania, hanno presentato una mozione. Tale mozione ha l’obiettivo di impegnare il Consiglio Comunale di Benevento a sollecitare l’Amministrazione Comunale e il Sindaco a chiedere alla Regione Campania di istituire una società a totale partecipazione pubblica per la gestione della Grande Adduzione Primaria Regionale, nota come GRA.
È stato evidenziato che la Giunta Regionale della Campania, attraverso la delibera n.312 del 31 maggio 2023, ha espresso l’intenzione di costituire una società mista pubblico-privata per la gestione del servizio GRA. Questa decisione sembra contrastare con lo spirito del Referendum del 2011 e potrebbe comportare la privatizzazione di una parte significativa delle risorse idriche del Mezzogiorno d’Italia, comprese le fonti del Garigliano, di Cassano Irpino, di Montemarano, l’acquedotto del Biferno e soprattutto l’acqua dell’invaso di Campolattaro, che potrebbero essere gestite da aziende multinazionali che si aggiudicheranno l’appalto.
In considerazione di ciò, i consiglieri firmatari della mozione auspicano una convergenza tra tutte le forze rappresentate nel Consiglio Comunale di Benevento, indipendentemente dalle affiliazioni politiche e dalle scelte finora effettuate. Indipendentemente dalle diverse modalità di gestione previste per i vari distretti idrici della Campania (pubbliche, private o miste), l’obiettivo principale è evitare che l’approvvigionamento idrico all’ingrosso venga ceduto al mercato.
Analoghe iniziative sono già state presentate nei consigli comunali di Napoli, Avellino, Pozzuoli e Marano, e altre seguiranno, con l’obiettivo di portare il dibattito in seno al Consiglio Regionale. Questo perché la privatizzazione dell’acqua è una decisione che deve essere oggetto di un dibattito democratico tra maggioranze ed opposizioni.
Si sostiene che la costituzione di una società di questo tipo comporterebbe un condizionamento dello sviluppo dei territori locali per i prossimi trent’anni, con conseguenti svantaggi per le fasce più vulnerabili della popolazione e per l’agricoltura locale. Pertanto, si auspica che il buon senso e la difesa del bene comune prevalgano in Consiglio Comunale.