Attualità NA

Oliviero (CNA): “Napoli ha bisogno di competenze e di un garante delle competenze”

“Le amministrative napoletane pongono questioni e temi che il dibattito elettorale di queste settimane ha messo in secondo piano polarizzando l’attenzione quasi esclusivamente sui candidati”.

Giuseppe Oliviero, presidente CNA Napoli prova a invertire la rotta. Come è giusto che sia. Alla base dovrebbero esserci le idee, i progetti. È così?

“Idee, percorsi condivisi da seguire, le svolte inevitabili, è questo che si aspettano i piccoli imprenditori, gli artigiani, i 2.000 iscritti alla Cna di Napoli e dell’area metropolitana, a cui si aggiungono le 2000 tessere cittadini per la card-servizi Cna e i 3200 pensionati – spiega Oliviero -. Un tessuto sociale complesso e articolato con cui in questi mesi abbiamo aperto una discussione approfondita culminata nell’assemblea dello scorso luglio (“il patto di Posillipo”) un confronto programmatico con i vertici istituzionali cittadini e regionali con la partecipazione del presidente della camera on. Roberto Fico”.

Allora, di cosa ha bisogno Napoli?

“Abbiamo posto il nostro punto di vista sulle scelte e sulle prospettive necessarie, consapevoli che anche la scelta del candidato è in questa fase storica determinante per lo sviluppo della città e non solo. Napoli ha bisogno di competenze e di un garante delle competenze, un amministratore capace in prima istanza di rendere Napoli una città normale, capace di coniugare l’attività amministrativa quotidiana alle risposte alle criticità evidenti che da anni aspettano una reazione politica forte: disagio sociale, crisi economica, emorragia demografica, sono nodi irrisolti che rischiano, dal centro città alle periferie, di posizionare Napoli in un’area di marginalità, rendendo ancora più evidente il divario tra nord e sud. Lo sguardo, e quindi il nostro impegno si rivolge e si indirizza verso un sindaco, garante delle competenze, che si assuma la responsabilità di affermare con forza una visione della città, chiamando a raccolta le numerose energie partenopee che in questi anni sono state escluse e mortificate da una politica cittadina troppo condizionata da aspirazioni personali”.

Sembra che dal PNRR possano arrivare tutte le soluzioni…


“La fase pandemica e post pandemica hanno trasformato il nostro ambiente relazionale, sociale ed economico, il piano di investimenti previsti per il Sud col PNRR non possono che vedere Napoli e la Campania protagoniste, da qui la necessità di ricostruire la filiera istituzione, concordando e definendo con precisione, tempi certi e misurabili, scelte dalle quali dipenderà il riposizionamento politico ed economico nello scenario nazionale ed europeo della Città, della Regione e del Sud. Senza perdere di vista l’attuale quadro geopolitico in grande evoluzione che si sta determinando nell’area del Mediterraneo, le cui contraddizioni pongono il sud del paese in ulteriore difficoltà. A chi governerà la città nei prossimi anni spetta il compito di fare di Napoli un modello metropolitano innovativo, internazionale, una sfida che deve però riguardare il governo regionale e nazionale quali attori principali di uno sviluppo che non può fare a meno della rinascita di Napoli, in un rinnovato contesto istituzionale, di reciproca convenienza, in grado di guidare la ripresa dell’intero Sud”.

Una sfida importante. Da dove si parte?

“E’ evidente che si tratti di una sfida straordinaria che ha bisogno di una politica all’altezza del compito ecco perché personalmente guardo con grande interesse l’iniziativa messa in campo dal centrosinistra, anche in quanto laboratorio politico di interesse nazionale, che ha realizzato una sintesi in grado di garantire la ripartenza, individuando una figura di spicco conscio dell’enorme peso che porterà e che abbiamo tutti la responsabilità ed il dovere di alleggerire. La prima sfida sarà affrontare con determinazione le criticità della città: l’enorme debito accumulato negli anni con la responsabilità di più amministratori, i ritardi e le scelte scellerate effettuate nel tempo paralizzando di fatto iniziative come la rinascita di Bagnoli, lo sviluppo di Napoli Est, la riorganizzazione della macchina amministrativa. Dal vicolo cieco dei progetti di sviluppo, si è passati all’abbandono delle periferie, all’incapacità della politica di indagare il tessuto economico rappresentato nella quasi totalità da piccole e piccolissime imprese, che costituiscono di fatto l’economia dell’area metropolitana di Napoli. Oggi Napoli è una grande città con la rete delle politiche sociali affidata sempre più alla spontaneità e all’impegno straordinario del volontariato, che aspetta una rigenerazione urbana dal centro alle periferie nella definizione nuovo piano integrato, strategico ed urbanistico della città, ma anche dove si affronti davvero e con concretezza la grande sfida tecnologica, digitale e del risanamento ambientale. Fattori, questi, che possono trasformare Napoli in un luogo che attiri gli investitori economici e non una città da cui delocalizzare”.

Lei richiama l’attenzione sul valore della sinergia, delle intese interistituzionali…

“Un lavoro che deve vedere impegnati il sindaco insieme al governo nazionale, nella consapevolezza che lo sviluppo del Paese si può fare solo partendo dal Mezzogiorno e dalla sua captale, superando finalmente, e ora o mai più, il gap con il centronord, investendo sulle infrastrutture, spingendo l’economia sana e coraggiosa, che può avere la forza di marginalizzare il tessuto finanziario criminale. Si può fare, portando qui le strategie di sviluppo delle grandi metropoli europee. Il tessuto economico cittadino ci crede ancora, vuole e deve crederci pronto a fare la propria confidando che non sia forse per l’ultima volta”.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio

Adblock rilevato

Considerate la possibilità di sostenerci disabilitando il blocco degli annunci.