Morta dopo l’intervento: ospedale rischia maxi risarcimento
Cardarelli responsabile civile per la morte di Nunzia Nobis, la mamma di 43 anni di Aversa morta in seguito ad un intervento di asportazione di un rene.
E’ quanto emerso nel corso dell’ultima udienza, celebrata a Napoli, nel corso della quale il giudice ha ammesso l’Asl come responsabile civile e quindi anche ai fini di un possibile risarcimento al termine del processo. L’azienda ospedaliera avrà comunque tempo per formulare le proprie controdeduzioni. Per questo il giudice ha rinviato l’udienza preliminare a data da destinarsi, proprio per consentire al Cardarelli di costituirsi. Ammessa, infine, la costituzione di parte civile per i familiari della vittima, rappresentati dagli avvocati Mario Griffo e Davide De Marco.
Per la morte di Nunzia rischiano il processo tre medici, per tutti l’accusa è di omicidio colposo. I fatti di cui al processo si sono verificati al Cardarelli nel giugno del 2020. La 43enne aversana venne sottoposta ad una nefrectomia radicale, intervento che venne effettuato in laparoscopia. A causa di una manovra errata venne provocata una lesione di 2 centimetri alla vena cava inferiore che aveva provocato una forte emorragia. Nonostante questo l’intervento andò avanti (stavolta in “open”) ma senza che l’equipe chirurgica procedesse alla compressione del vaso lacerato. Solo dopo 4 ore dall’inizio dell’intervento venne chiesto l’ausilio del chirurgo vascolare. A nulla servirono altri due interventi chirurgici cui Nunzia venne sottoposta.