Minori, rischio maltrattamenti: per la Fondazione Cesvi è più alto in Campania
Le bambine e i bambini che vivono in Trentino Alto Adige sono i meno esposti, in Italia, al rischio di subire maltrattamenti, sia fisici sia psicologici ed emotivi. Il rischio più alto lo corrono, all’opposto, bambine e bambini che vivono in Campania. È quanto emerge dalla quarta edizione dell’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia curato da Fondazione Cesvi e presentato nel corso di un evento in diretta web. “Sul totale dei fattori di rischio – spiega Giovanna Badalassi, ricercatrice Cesvi – anche quest’anno rileviamo una forte disuguaglianza territoriale con una concentrazione di Regioni del Nord tra i territori che hanno fattori di rischio più bassi, più fattori protettivi e adattivi, e Regioni del Sud, dove i fattori di rischio sono maggiori” con, al contempo, una minore capacità dei servizi di far fronte alle richieste di intervento e di aiuto. Dopo il Trentino Alto Adige, le Regioni con i minori fattori di rischio sono il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna, il Veneto. “Tra le Regioni con maggiori criticità – prosegue Badalassi- troviamo, ormai da quattro anni, sempre territori del Mezzogiorno. Prima della Campania, in ultima posizione, troviamo Sicilia, Calabria e Puglia”.
L’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia analizza la vulnerabilità al maltrattamento dei bambini nelle singole regioni italiane, attraverso l’analisi dei fattori di rischio presenti sul territorio e della capacità delle amministrazioni locali di prevenire e contrastare il fenomeno tramite i servizi offerti. Il risultato è una graduatoria basata su 64 indicatori classificati rispetto a sei diverse capacità che rappresentano la struttura portante dell’Indice: capacità di cura di sé e degli altri, di vivere una vita sana, di vivere una vita sicura, di acquisire conoscenza e sapere, di lavorare e di accesso a risorse e servizi. In questa quarta edizione, tra le regioni virtuose, con bassi fattori di rischio e un buon livello di servizi sul territorio, spicca l’Umbria, che ha registrato un miglioramento nei fattori di rischio, seguita da Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Veneto, Liguria, Toscana, insieme alla Valle d’Aosta e al Piemonte. Tra le regioni ‘stabili’ si trova solo la Lombardia.
“Questa quarta edizione dell’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia – commenta Gloria Zavatta, presidente di Fondazione Cesvi – offre una lettura del fenomeno sia strutturale, relativa alla situazione pre-pandemica, sia emergenziale rispetto al considerevole impatto che la pandemia sta producendo e produrrà in futuro. Per tale motivo, se alcune considerazioni di carattere sistemico, come la necessità di disporre di dati più puntuali sull’entità del maltrattamento all’infanzia nel nostro Paese e ridurre il divario sociale ed economico delle regioni del Mezzogiorno tramite l’attuazione pratica dei Liveas (Livelli essenziali di assistenza socioassistenziale), mantengono comunque la loro validità, altre di natura emergenziale rispetto al trauma da Covid-19 inducono a proporre iniziative specifiche di protezione della salute mentale delle persone e, quindi, anche del benessere e della sicurezza delle bambine e dei bambini”.
“È in questa direzione che Fondazione Cesvi – spiega la sua presidente – ha incrementato i propri interventi in Italia per fornire una risposta concreta all’infanzia maltrattata e a rischio maltrattamento con progetti che mutuano l’esperienza maturata in 35 anni di interventi all’estero attraverso la metodologia sviluppata nelle ‘Case del sorriso’, luoghi di cura per bambini e adolescenti vittime di maltrattamento. Per sostenere i progetti legati all’infanzia a rischio – ricorda Zavatta – la Fondazione Cesvi ha lanciato la campagna sms solidale ‘Quando sarò grande’, attiva dal 2 al 22 maggio. Per aiutare i bambini a vivere un’infanzia serena e a diventare gli adulti che sognano di essere – conclude – basta inviare un sms o chiamare da rete fissa al numero solidale 45580”.