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Cira di Capua realizzerà il sistema ‘Space Rider’ per il sistema europeo di trasporto spaziale

Sarà il Cira, Centro Italiano Ricerche Aerospaziali, con sede a Capua (Caserta), a sviluppare, testare e realizzare il sistema di protezione termica e le superfici di controllo “Body Flap”, di Space Rider, il sistema europeo di trasporto spaziale riutilizzabile per missioni in orbita bassa.

E’ quanto stabilito dal contratto che Thales Alenia Space Italia e Cira, rappresentata dal suo presidente Giuseppe Morsillo, hanno firmato nei giorni scorsi. Grazie al successo ottenuto con lo sviluppo del prototipo delle superfici di controllo in materiale ceramico ISiComp©, il Cira vede così estendere il perimetro delle sue attività, con un contratto del valore di 12,8 milioni di euro, confermando il suo ruolo chiave nel programma che rappresenta la soluzione europea per il trasporto spaziale integrato a costi contenuti. Il programma Space Rider, finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa), è stato affidato, per lo sviluppo del modulo di rientro a Thales Alenia Space Italia, alla guida di un consorzio di imprese, università e centri di ricerca europei; mentre ad Avio, altra azienda italiana leader del settore, è stata affidata la responsabilità dello sviluppo del modulo di servizio orbitale. Il veicolo sarà dispiegato in orbita bassa terrestre dal nuovo lanciatore leggero Vega C, sviluppato da Avio, con un primo lancio previsto a fine 2023.

“Space Rider è un programma di frontiera per l’Europa, che così viene ad ampliare le proprie competenze in un campo ad alte prospettive di sviluppo, quello del rientro dallo spazio, anche nella ancora non pienamente esplorata prospettiva della riutilizzabilità – ha commentato il Presidente del Cira, Giuseppe Morsillo – Il Cira con i suoi brevetti e le sue attività di ricerca e sviluppo, e la filiera nazionale con le sue capacità industriali, sono oggi snodo essenziale per segnare un deciso passo in avanti, dopo i passati programmi sperimentali, aprendo la via ad una prospettiva strategica di natura complementare a quella del già consolidato accesso allo spazio, ed essenziale per un più ampio sfruttamento delle opportunità derivanti dalle attività spaziali e un diversificato ritorno per il Paese, non solo strategico, ma anche sociale ed economico, come le ricadute a venire dimostreranno”.

Il Cira, oltre alle superfici di controllo progettate, sviluppate e testate nella fase precedente del programma, avrà la responsabilità di progettare e realizzare l’intero sistema di protezione termico del veicolo in materiale ceramico riutilizzabile. A tale sottosistema, per molti versi il più critico dell’intero veicolo, è affidato il compito di dissipare l’enorme quantità di energia del rientro in atmosfera, passando in pochi centimetri di spessore da temperature di 1600°C a temperature di poco più di 100°C, così da garantire l’integrità strutturale della navicella e la sopravvivenza dei preziosi payload contenuti a bordo.

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