Chirurgia breve e Covid. Dott. Gragnano (Osp. Cardarelli): “Sarà necessario inventarsi un nuovo modello”. L’esempio della “bolla chirurgica”
Si è svolta presso la sala consiliare del Comune di Melizzano (Bn) la due giorni del Primo Congresso Nazionale della Week Surgery Italia. I Presidenti Massimo Agresti, Maurizio De Palma e Natale Di Martino hanno dato avvio ai lavori scientifici che si sono occupati della Chirurgia a degenza breve (Week =settimana) che con l’ausilio delle ultime novità tecnologiche è un modello organizzativo innovativo ed efficiente per l’abbattimento delle liste d’attesa.
Hanno partecipato ai lavori esperti nazionali ed una parte del programma è stato riservato ai risvolti medico legali legati alla legge Gelli sulla responsabilità professionale. Dopo la Pandemia il problema delle liste d’attesa per gli interventi chirurgici è diventato preponderante e per smaltire i circa 600000 interventi rimandati c’è bisogno di un nuovo modello organizzativo, sostenibile ed improntato ad una minore e più sicura ospedalizzazione per venire incontro alle esigenze dei cittadini-pazienti
L’incontro scientifico ha stimolato, tra le altre, una riflessione sul futuro della nostra specialità. La pandemia ha sconvolto il mondo e sappiamo che non tutto è andato bene e che non ritornerà tutto come prima. Se pensiamo a quello che è accaduto, la chirurgia tranne che nella parte non sopprimibile (urgenza ed oncologia), è stata chiusa in un ripostiglio in attesa della primavera.
È stata reinventata in supporto COVID ed espropriata dei suoi spazi (sale operatorie) e dei propri reparti per far posto ai reparti COVID. Era giusto fare ciò ed è stato fatto. Ma se, come sembra, il virus attenuerà la sua morsa, non scomparirà per un po’ di tempo, la chirurgia dovrà inventarsi un nuovo modello per esercitare la sua mission.
I protocolli di Preospedalizzazione e di accesso alle cure dovranno tener conto della possibilità di insorgenza di nuovi focolai e perciò sempre di più dovremo essere attenti e cauti nelle procedure, nelle indicazioni, creando un percorso virtuoso, una “bolla chirurgica”. Si deve costituire nell’Ospedale del futuro uno spazio flessibile dedicato alla chirurgia, un core che possa prevedere la continuità delle cure anche nella recrudescenza della pandemia. Si dovranno cioè accorpare ai blocchi operatori dei reparti a “fisarmonica” capaci di espandersi o ridursi a seconda della situazione epidemiologica senza sospendere l’attività ma soltanto rimodulandola, costruendo nuove terapie intensive che non siano sale operatorie modificate. Nei tavoli di confronto spero si potrà portare un modello organizzativo innovativo avente queste caratteristiche: ospedalizzazione ridotta al minimo necessario; percorsi e procedure in sicurezza; mini-invasività; rapido turnover; recupero delle liste d’attesa; migliore accoglienza; rapida riconversione e rimodulazione.
Mi sembra che la Week Surgery possa soddisfare queste esigenze per recuperare i circa 600000 interventi chirurgici accantonati in questo anno maledetto ed aprire la strada alla chirurgia del domani.
Dott. Eugenio Gragnano chirurgo del Cardarelli di Napoli, direttore del reparto di Week Surgery