I vini della Campania a D.O.P. ed I.G.P.
La regione nel complesso vanta oggi 15 DOC e 4 DOCG (complessivamente n. 19 DOP), oltre a 10 IGP.
Le DOP/DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) campane sono: Taurasi, Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Aglianico del Taburno.
Le DOP/ DOC (Denominazione di Origine Controllata) campane sono: Ischia, Capri, Vesuvio, Cilento, Falerno del Massico, Castel San Lorenzo, Aversa, Penisola Sorrentina, Campi Flegrei, Costa d’Amalfi, Galluccio, Sannio, Irpinia, Casavecchia di Pontelatone, Falanghina del Sannio.
I vini IGP/IGT (Indicazione Geografica Tipica) sono: Colli di Salerno, Dugenta, Epomeo, Paestum, Pompeiano, Roccamonfina, Beneventano, Terre del Volturno, Campania, Catalanesca del Monte Somma. Nell’agro di Benevento si produce la DOC Falanghina del Sannio e la DOCG Aglianico del Taburno, mentre l’Aglianico insieme ad altri vitigni del territorio (Greco, Fiano, Piedirosso…) dà vita alla DOC Sannio. L’Irpinia è la culla di produzioni vinicole di pregio come la DOCG Taurasi, a base di Aglianico, la DOCG Fiano di Avellino, ottenuto dall’omonimo vitigno, e la DOCG Greco di Tufo. Nella stessa area si produce l’Irpinia DOC, nelle sue diverse tipologie (tra i rossi, oltre all’Aglianico, anche lo Sciascinoso e il Piedirosso; tra i bianchi, oltre al Greco e al Fiano, anche il Coda di volpe e la Falanghina). La provincia casertana dà invece vita alle DOC Falerno del Massico, Asprinio di Aversa (ottenuto dalle caratteristiche viti che, maritate al pioppo, crescono in verticale), Galluccio e Casavecchia di Pontelatone. Più a sud, le terre vulcaniche dell’area vesuviana e napoletana, custodiscono i vitigni Piedirosso, Falanghina, Biancolella, Sciascinoso e Forastera, per citarne alcuni. Da questi vitigni vengono prodotti vini DOC quali il Vesuvio (e Lacryma Christi del Vesuvio), la Falanghina dei Campi Flegrei, l’Ischia e il Capri. Proseguendo, il paesaggio diventa sempre più dolce e affascinante, dove il giallo dei limoni si confonde con l’azzurro del mare: è la terra in cui si produce la DOC Penisola Sorrentina con le sottozone Lettere, Gragnano e Sorrento. Continuando verso sud si giunge in Costiera Amalfitana, dove i vini sono fortemente tipicizzati, derivanti da vitigni autoctoni quali il Fenile, il Ginestra, il Ripolo, il Pepella e il Tintore, unici per la loro complessità aromatica. É l’area della DOC Costa di Amalfi, con le sottozone Furore, Ravello e Tramonti. A sud di Salerno, si giunge infine nel Cilento, dove ha sede l’omonimo parco nazionale riconosciuto come Patrimonio mondiale Unesco, dove si vinificano le DOC Cilento e Castel San Lorenzo. A ciò si aggiunga che, negli ultimi anni, nel corso delle attività di studio svolte dagli enti di ricerca specializzati e dai produttori locali – e anche grazie al lavoro di recupero dell’Assessorato regionale all’Agricoltura -, si è inoltre giunti ad una rivalutazione di numerosi vitigni locali. Tra di essi, è possibile citare: per la provincia di Avellino, il cosiddetto Greco muscio; per la provincia di Benevento, il Moscato di Baselice; per la provincia di Caserta, il Pallagrello bianco, il Pallagrello Nero e il Casavecchia; per la provincia di Napoli, il Caprettone e la Catalanesca; e per la provincia di Salerno, le varietà Fenile, Ginestra, Ripolo, Pepella, Tintore e Aglianicone. In generale, una storia di vitigni e varietà antiche dalla ricchezza sorprendente, che in parte è ancora oggi tutta da esplorare.