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Ritrovamenti sommersi: due comunità preistoriche su palafitte

Le Grotte di Pertosa, situate in provincia di Salerno, sono oggetto di uno studio speleo-archeologico grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino, la Fondazione MIdA, la Società Iren e il Centro Regionale di Speleologia “Enzo dei Medici”. L’obiettivo è indagare il misterioso villaggio palafitticolo dell’Oscurità. La ricerca ha permesso di scoprire che parte dell’insediamento si estendeva nelle parti più oscure delle grotte, dove gli abitanti vivevano su palafitte con accesso all’acqua corrente. Sono stati ritrovati pali lignei e reperti ceramici, datati a circa 3500 anni fa.

Le Grotte di Pertosa hanno una lunga storia di studi archeologici, iniziati nel 1898 da Giovanni Patroni e Paolo Carucci. Nel corso degli anni, le ricerche hanno rivelato una stratigrafia complessa e la presenza di una palafitta risalente all’età protostorica. Nonostante le trasformazioni del sito, dovute alla costruzione di una diga e alla creazione di una piattaforma turistica, le indagini moderne hanno confermato l’importanza dell’insediamento palafitticolo.

Il sistema di Pertosa-Auletta offre un’eccezionale fonte di informazioni sulle antiche popolazioni della Valle del Tanagro, conservate grazie all’ambiente carsico. Le recenti ricerche hanno consentito di ricostruire la vita umana all’interno di queste grotte millenarie. La presenza di un torrente sotterraneo e di antichi insediamenti palafitticoli rende le Grotte di Pertosa un luogo affascinante e ricco di storia, che continua ad attirare l’attenzione dei ricercatori e dei visitatori.

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