L’Infiorata di Sant’Agata de’ Goti tra gli eventi culturali immateriali della Campania
Con il decreto dirigenziale nr 403 del 16 luglio 2021, la Regione Campania ha accettato la domanda avanzata dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso Onlus per iscrivere l’Infiorata all’IPIC, l’Inventario degli Elementi Culturali Immateriali Campani per l’anno 2020.
Si tratta di un catalogo istituito dalla Regione Campania con lo scopo inventariare e salvaguardare il patrimonio culturale immateriale connesso a tradizioni, pratiche e conoscenze secondo la definizione che ne dà l’UNESCO con la Convenzione del 17 ottobre 2003, ratificata dall’Italia con legge n°167/2007.
Venuta a conoscenza di questa opportunità, la Società Operaia di Mutuo Soccorso ha pensato di candidare l’Infiorata per il Corpus Domini di Sant’Agata de’ Goti nella sezione ‘Saperi’, in qualità di antica tradizione di carattere religioso, sociale e culturale.
“L’Infiorata del nostro borgo, al momento della candidatura, presentava tutti i requisiti richiesti – specifica il Presidente del sodalizio Antonio Piscitelli – storicità di almeno 50 anni, persistenza di valori sociali e culturali connessi all’identità della comunità, coinvolgimento di diverse generazioni. Non potevamo perdere l’occasione per rafforzare il valore di questo elemento culturale”.
Per garantire l’iscrizione all’IPIC è stato approntato un grande lavoro preparatorio per recuperare tutta la documentazione volta a certificare la storicità e l’importanza di questa tradizione. Foto in bianco e nero, ricordi e testimonianze di concittadini, carteggi ecclesiastici del 1600 e persino un video della processione del Corpus Domini del 1956, proveniente dall’Archivio storico della famiglia Picone, hanno dato il contributo decisivo all’accettazione della candidatura.
“Dalle testimonianze orali raccolte – spiega ancora il Presidente – si ha memoria dell’Infiorata a Sant’Agata de’ Goti già prima della Seconda Guerra Mondiale, ma le sue radici affondano in tempi antichissimi. Grazie ai documenti rinvenuti nell’archivio diocesano del nostro borgo sappiamo con certezza che già nel 1681 vigeva l’usanza di tappezzare di fiori strade e piazze al passaggio del Corpus Domini. Anticamente si realizzavano semplici tappeti floreali, si addobbavano balconi e finestre con lenzuola ricamate e si allestivano altari con drappi in ogni rione tra i quali nasceva una tacita e amichevole competizione. Negli anni, i disegni si andavano via via perfezionando fino ad arrivare ai nostri giorni con la realizzazione di veri propri quadri. Per un lungo periodo, questa tradizione ha perso appeal rischiando di scomparire, fin quando, un ventennio fa, la Società Operaia di Mutuo Soccorso si è proposta di ripristinarla e rinnovarla”.
Grazie a questo importante riconoscimento, si è compiuto un ulteriore passo verso la tutela e la promozione del patrimonio culturale del nostro borgo.