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Desideriamo giustizia: Questo non è stato un incidente

Nella trasmissione televisiva “La Vita in diretta” della Rai, Teresa, la figlia di Angela Marello, una ex professoressa di 82 anni di Marcianise deceduta il 28 ottobre scorso dopo 35 giorni di agonia, ha dichiarato: “Desideriamo la verità e la giustizia. La morte di mia madre non è stata causata da un incidente. Siamo distrutti, dilaniati da questo dolore atroce, un atto così feroce non può essere classificato come un incidente, non può prevalere l’omertà, non può prevalere l’ingiustizia. Noi vogliamo la verità. Non riusciamo a spiegare come sia successo. La nostra madre ci è stata strappata via in modo vile. Abbiamo vissuto 35 giorni di inferno, e l’incubo non è ancora terminato. Non sappiamo quando potremo celebrare le esequie, il che aggiunge ulteriore dolore. Nel caso in cui la tesi dell’incidente venisse preferita a quella di un atto vile, saremmo tutti perdenti. Il colpo è stato troppo violento per essere causato da un incidente, un investimento non avrebbe potuto causare danni così gravi. Cercando giustizia, intendiamo combattere contro il sistema di indifferenza e omertà che protegge i vigliacchi.”

La famiglia ha anche basato la propria tesi su un particolare legato alla collana di Angela, che è stata ritrovata strappata e dispersa vicino al suo corpo. Si pongono quindi domande sul come la collana sia stata strappata in caso di investimento. Recentemente, i familiari hanno chiesto alla Procura di Santa Maria Capua Vetere di effettuare ulteriori indagini.

L’ex insegnante, dopo più di un mese di degenza presso l’ospedale civile di Caserta, è deceduta a causa delle ferite subite nell’incidente avvenuto il 24 settembre scorso in via De Felice a Marcianise. La salma è stata sequestrata ed è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Secondo l’indagine condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, l’82enne è stata investita da una bicicletta in via De Felice a Marcianise. Venne trovata da alcuni passanti, riversa sul selciato con una vistosa ferita alla testa e apparentemente priva di sensi. Fu portata all’ospedale civile di Caserta, dove le fu diagnosticato un grave trauma cranico. È stata ricoverata in prognosi riservata presso il reparto di neurochirurgia in uno stato soporoso, ma non in coma. Nonostante i tentativi dei medici nel corso del mese successivo per salvarle la vita, non è stato possibile farlo.

Due giorni dopo l’incidente, è stato identificato l’uomo alla guida della bicicletta, che quella sera, a causa della scarsa illuminazione e della velocità sostenuta, non è riuscito ad evitare l’impatto con la donna. Questa è stata la versione fornita dall’indagato (che ora potrebbe essere accusato di omicidio colposo) durante il suo interrogatorio di garanzia, assistito dall’avvocato Nicola Musone.

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